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Mantova, Teatro Campogalliani

PROCESSO A DIO

“Finché ci sarà una sola Majdanek sulla faccia della terra Dio sarà in qualche modo sotto processo”.
Ancora adesso esistono campi di detenzione o concentramento. Si alzano muri per contenere o respingere. La scenografia racconta questo. Le reti di filo spinato chiudono il fuori libero da quanto succede all’interno. Inizialmente l’ambiente buio e freddo sottolinea la cupa drammaticità dell’evento, successivamente la luce scolpisce i passaggi fondamentali e si concentra sui personaggi come a svelarne l’interiorità. La musica sottolinea gli stati d’animo, le emozioni e i sentimenti.
Il padiglione 41 è un magazzino. Contiene le povere cose (abiti, foto, lettere, giocattoli) sequestrate agli uomini alle donne e ai bambini ridotti a un numero e ormai senza identità . E contiene anche oggetti di valore sottratti agli internati, trofei da poter vendere. Essi rendono ancora più efferata la vicenda, rappresentando l’ingordigia dell’animo umano che è pronto persino allo sterminio per sete di potere. Tutto questo si è basato su teorie filosofiche e ha cercato sostegno su motivazioni economiche, politiche e religiose per giustificare il fatto di essere nel giusto. E’ l’esaltazione dell’uomo che arriva a sentirsi Dio. Per non dimenticare… ma l’uomo troppo spesso dimentica troppo in fretta. La regia rende omaggio allo scomparso maestro Aldo Signoretti che con le sue opere sul tema ha costituito fonte di ispirazione.

Info: Le coordinate per accedere gratuitamente a Zoom verranno comunicate un giorno prima a chi clicca sull’evento come interessato o come futuro partecipante sulla pagina Facebook del teatro e a chi ci chiede via mail di assistere allo spettacolo all'indirizzo info@teatro-campogalliani.it

fonte: www.teatro-campogalliani.it